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Individuare la congiuntura: e quello di SAPERE!

  • Immagine del redattore: Sweet Haus di Morari Olesea
    Sweet Haus di Morari Olesea
  • 1 mag 2013
  • Tempo di lettura: 4 min

L'economia di una nazione tende a crescere nel tempo, con un progressivo sviluppo della produzione e del reddito. Tuttavia, la crescita non avviene in modo regolare, bensì attraverso continue oscillazioni, o fluttuazioni di breve o medio periodo che costituiscono il ciclo economico. La particolare situazione che un’economia attraversa nel corso dei suoi movimenti ciclici viene spesso indicata come congiuntura, con un termine il cui significato non è definibile in modo rigoroso. Quando quasi tutti gli indicatori economici attraversano una fase di crescita, si dice che la congiuntura è favorevole, o positiva; tale situazione corrisponde, nell’analisi del ciclo, a un periodo di espansione. Quando, invece, buona parte degli indicatori ristagnano o diminuiscono, si dice che la congiuntura è negativa; nel caso la fase di contrazione dell’economia superi una durata convenzionale (dell’ordine dei due trimestri) si dice che l’economia attraversa una situazione di recessione. Capire quale fase congiunturale caratterizza un sistema economico o un settore produttivo è molto importante. Nelle fasi di espansione crescono la domanda e la produzione di beni e servizi con effetti, in media, positivi sull’occupazione, sui salari e sul reddito. Al contrario, durante i periodi di recessione l’attività produttiva si contrae, la domanda diminuisce o ristagna e la situazione del mercato del lavoro tende a peggiorare. Individuare in modo preciso le tendenze congiunturali in atto è cruciale per le istituzioni che gestiscono la politica di bilancio e quella monetaria, al fine di formulare le scelte di politica economica considerate più opportune. L’analisi della congiuntura è anche utile per costruire previsioni sugli andamenti futuri delle grandezze economiche. Gli indicatori utilizzati per misurare l’evoluzione ciclica di un’economia o, più in generale, per individuare l’andamento di breve periodo – ovvero su un arco di tempo che può andare da pochi mesi a poco più di un anno - della situazione economica di un paese o di specifici settori produttivi vengono usualmente definiti indicatori congiunturali. Gli indicatori congiunturali possono appartenere a due grandi famiglie: quelli che registrano le attese dei consumatori e delle imprese e tendono ad anticiparne i comportamenti futuri (i cosiddetti indicatori di clima di fiducia, prodotti in Italia dall’Isae (Istituto di studi e analisi economica), da inizio 2011 confluito nell'Istituto nazionale di statistica; quelli che misurano tempestivamente (con cadenza mensile o trimestrale) la dinamica effettiva di variabili rilevanti per la comprensione della recente evoluzione dell’economia. L’Istat, in linea con quanto avviene negli altri paesi dell’Unione europea, diffonde due tipologie di indicatori: quelli provenienti dalle rilevazioni congiunturali, effettuate presso le imprese e presso le famiglie (quest’ultime coinvolte per la rilevazione delle forze di lavoro), e quelli relativi alla contabilità nazionale trimestrale. Le rilevazioni congiunturali si riferiscono a numerose variabili: produzione, fatturato, occupazione, salari, prezzi, flussi commerciali con l’estero. Il principale indicatore mensile relativo all'andamento dell’attività è l’indice della produzione industriale che misura, appunto, l’evoluzione dell’output dell’industria in senso stretto; l’andamento del medesimo settore è monitorato anche dagli indicatori del fatturato e degli ordinativi. A partire dal 2004 l’Istat pubblica, inoltre, un indice trimestrale di produzione delle costruzioni. Il livello dell'occupazione e della disoccupazione è misurato trimestralmente attraverso la rilevazione sulle forze di lavoro, condotta presso le famiglie. Altri indicatori relativi alla dinamica di occupazione, orari e retribuzioni sono basati sulla rilevazione condotta presso le grandi imprese. L’andamento delle retribuzioni di fatto e del costo del lavoro nell'industria e nei servizi di mercato sono misurati dagli indicatori trimestrali Oros, basati sulle dichiarazioni contributive effettuate dalle imprese presso l’Inps. Esiste, inoltre, un indice mensile sull'andamento delle retribuzioni contrattuali che considera tutti i settori dell’economia. La dinamica dei prezzi è misurata mensilmente sia al primo livello di commercializzazione dei prodotti industriali (tramite l’indice dei prezzi alla produzione), sia per gli acquisti di beni e servizi effettuati dai consumatori. Questi ultimi sono oggetto di tre distinti indici dei prezzi al consumo, come è spiegato nella specifica pagina di questo sito. L’andamento delle esportazioni e delle importazioni di beni è rilevato mensilmente dall’Istat, sia per quanto riguarda gli scambi con paesi esterni all'Unione europea, sia per quanto riguarda gli scambi intra UE. Il primo dato è diffuso sulla base delle informazioni doganali ed è quindi più tempestivo, il secondo si basa su informazioni aziendali ed è quindi leggermente più ritardato. I dati sugli scambi determinano il quadro della bilancia commerciale, una delle componenti della bilancia dei pagamenti: il calcolo di quest’ultima, che tiene conto anche delle cosiddette partite invisibili (cessioni di servizi, noli eccetera) e degli scambi finanziari, è invece curato dalla Banca d’Italia. Quest’ultima istituzione diffonde anche la bilancia valutaria, che fotografa gli scambi al momento della regolazione economica anziché al momento della cessione fisica del bene. Nell'ambito della contabilità nazionale, il dato più importante per l’individuazione dello stato della congiuntura riguarda l'andamento del prodotto interno lordo (Pil), cioè il valore dei beni e servizi prodotti in un paese al lordo degli ammortamenti e al netto dei beni intermedi. Le stime del Pil trimestrale italiano vengono diffusi dall'Istat in tempi molto rapidi: la stima preliminare è pubblicata circa 45 giorni dopo la fine del trimestre di riferimento e quella successiva, che è accompagnata da un insieme completo di altre variabili misurate all’interno della contabilità nazionale, a circa 70 giorni. I dati congiunturali attraggono l’attenzione dei media e di molti utilizzatori professionali. Al fine di porre tutti i soggetti nella medesima condizione, l’Istat, dal 1997, ha scelto di diffondere questi dati al Governo, al Parlamento e all’opinione pubblica (attraverso i giornalisti delle agenzie di stampa che partecipano a un briefing presso la sede dell’Istituto) a un’ora fissa del mattino, sulla base di un calendario predeterminato annualmente.

Le informazioni e gli aggiornamenti sono disponibili nella pagina dedicata ai dati su:Industria e costruzioni, Lavoro, Conti nazionali.

 
 
 

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